martes, 24 de diciembre de 2013

Ayrton Senna infelice, morto a Imola 1994 alla guida dell'auto Williams



Verso la fine della sua vita, Senna stava attraversando uno dei suoi periodi peggiori. Problemi con la vettura Williams, un'attività commerciale in aumento che lo lasciava poco tempo e lo ha creato disturbi del sonno, problemi con la sua fidanzata Adriane Galisteu, dalla quale voleva separarsi dopo Imola, un'atmosfera negativa alla Williams con un rapporto freddo con il suo ingegnere di pista David Brown e progettista Adrian Newey ... Senna non è morto felice, anche se è morto come voleva: correndo, e leader. 

sábado, 7 de diciembre de 2013

Ayrton Senna ricevendo il Casco d'Oro 1991


Dicembre 1991

… Tutti ma proprio tutti attendono lui, Ayrton Senna, il magico, il grande, il tre volte campione del mondo. 

Le luci si spengono, un fascio di luce bianca accompagna il fuoriclasse brasiliano verso il palcoscenico e la musica diventata la colonna sonora dei vincitori scandisce i suoi passi, ma è coperta dagli applausi, la forza di quasi diecimila mani vince la potenza dei super amplificatori. 

E’ l’apoteosi, il momento Clou dei Caschi d’Oro 1991, il tributo a un grande campione. Senna è visibilmente commosso: per lui quella statuetta che sta ricevendo da Luciano Conti, l’appassionato editore di Autosprint, è anche il simbolo di una stagione incredibilmente sofferta. E’ la sintesi di un Campionato in cui lui, il ‘Magico Ayrton’ come acclamano gli striscioni sugli spalti del Palasport, una volta ancora ha imposto la sua classe straordinaria…

viernes, 15 de noviembre de 2013

I scherzi di Ayrton Senna e Gerhard Berger a Joseph Leberer



Spesso anche Josef Leberer, il fisioterapista di Senna, era coinvolto nelle goliardate messe in atto da Ayrton e Gerhard Berger: “A volte loro due si coalizzavano contro di me facendomi scherzi assurdi, che poi puntualmente ricambiavo: ad esempio, ricordo che durante dei test a Monza smontarono tutti e quattro gli pneumatici della mia auto, sostituendoli con quattro pezzi di legno. Li colsi sul fatto e il giorno dopo restituii loro la pariglia: trattai la macchina che avevano noleggiato insieme con un olio alle erbe giapponese, un potentissimo decongestionante nasale. Distribuii gocce ovunque, con abbondanza e imparzialità; tra l'altro faceva caldo e l'auto era stata tutto il giorno al sole, così l'effetto era notevolmente accresciuto. Quando salirono in macchina per poco non svennero e in fretta accesero l'aria condizionata per avere un po' d'aria fresca: quello che non sapevano era che anche il condizionatore era stato trattato a dovere...”

domingo, 20 de octubre de 2013

Ayrton Sena: vittoria del suo terzo mondiale di F1 in 1991



‘E’ il 19 ottobre del 1991, a Suzuka, in Giappone. E’ una notte di pensieri. Ayrton Senna, uomo di pista e di stelle, è alla vigilia della vittoria del suo terzo mondiale di F1. L’ultimo, suo mondiale. Uno degli ultimi, in generale, di quando nelle corse si vedevano i sorpassi e il pilota contava più della macchina, o almeno poteva esserci questa illusione. Dicono che Ayrton se la giocava nella mischia. Sentiva la mischia e andava. Dicono che Ayrton avesse una grande sensibilità sul bagnato, roba buona per la pista. Fuori dalla pista c’era un conto aperto con Dio e i sensi di colpa. Ayrton, ricco e famoso. La sua gente, invece, sprovvista spesso anche degli occhi per piangere. Fece beneficenza: si seppe solo dopo la tragedia. E poi, e poi dicono che Ayrton era cosi forte che per qualche anno le biglie hanno smesso di interpretare i ciclisti e hanno cominciato coi piloti. Il mio amico Vittorio dice che ha cercato di incorniciare il pennarello con cui Ayrton gli ha fatto l’autografo. L’autografo invece è appeso ad un chiodo da una vita, insieme ai nostri dodici anni. Dicono che Ayrton sia stato il più grande di tutti i tempi, ma che a Rozzano, sul kartodromo dietro al centro commerciale dov’è cresciuto anche Alboreto, qualche volta non ha vinto. Dicono che Roberto Baggio abbia sbagliato il suo rigore contro il Brasile perché Ayrton ha deviato il pallone, da quel posto dov’è adesso, un bel pezzo sopra la traversa. Il mio amico Giorgio che racconta le corse mi ha detto che la volta che l’ha visto davvero in pace era quella volta lì, a Suzuka, dopo aver vinto il mondiale. C’era il tramonto e aveva il casco, giallo e verde, i colori della sua bandiera. Fissava l’orizzonte. Fermo. Niente male, per uno che, comunque sempre fuori media, sembrava a suo agio solo a trecento all’ora.’

Paolo Maggioni (Caterpillar)

martes, 1 de octubre de 2013

DP Customs motocicleta Defensor dedicata a Ayrton Senna





Non è il primo caso in cui una moto viene dedicata ad Ayrton Senna. Storiche sono diventate le Ducati 996, 748 e Monster dedicate al grandissimo campione di F1 brasiliano tragicamente scomparso ad Imola 19 anni fa.

Dopo le Rosse di Borgo Panigale è stato poi il turno della MV Agusta F4 quello di essere dedicata al campionissimo. Una dedica questa tributatagli da Claudio Castiglioni, suo amico (Senna aveva una 851) a cui fanno ora seguito i personalizzatori della DP Customs con questa motocicletta chiamata “Defensor”.

Ispirata nelle grafiche dal casco del brasiliano, la Defensor presenta tutti i principali di una moto americana: muscoli a vista, cromature, motore bicilindrico raffreddato ad aria e sella ed aspetto minimalistico.

Il motore Harley-Davidson appartiene alla serie Ironhead, con i carter esterni, i coperchi delle teste e le custodie della distribuzione in alluminio lucidato. Lo scarico due in uno con il corto terminale da tre pollici, privo di silenziatore, è un omaggio agli scarichi da F1.

Il telaio “hardtailed”, senza sospensione posteriore, è stato allungato di 100 mm, la lunga forcella ha i foderi spazzolati e le ruote sono da 19 pollici davanti e da 16 dietro. Altri contrasti fra il genere sport e lo stile custom, sono costituiti dal piccolo serbatoio “nocciolina” con il doppio disco forato, dalle ruote a raggi con il manubrio in due pezzi e dalla sella old style con il cupolino aerodinamico. La verniciatura è stata ottenuta con nove strati di colore.

«Questa moto è stata commissionata da un cliente il cui pilota preferito è appunto Ayrton Senna – dichiara - Jarrod Del Prado, realizzatore della moto - siamo dei grandi appassionati di motori, e abbiamo seguito Senna fin dalla sua prima vittoria con la Lotus, così abbiamo deciso di optare pe una livrea di colore giallo, verde e nero».

Fonte: www.automoto.it/news/dp-customs-defensor-una-special-dedicata-ad-ayrton-senna.html

lunes, 23 de septiembre de 2013

Ayrton Senna mette alla prova un motoscafo in Italia 1993


Nel 1992 è concluso e il 1993 ha cominciato, Ayrton Senna aveva un sacco di tempo per rilassarsi, riposarsi e rivedere la sua vita. Alla fine del 1992 è diventato un agente libero ed era in scadenza di contratto con la McLaren, il che significava che non aveva impegni di sponsor per la squadra e, soprattutto, nessun test da fare. Senna odiava test - ha pensato che in gran parte una perdita di tempo. Credeva anche che la macinazione senza fine intorno alla pista offuscato il suo bordo di guida. Ha preferito lasciare ad altri. In realtà egli trova spesso sessioni di test sono stati eventi promozionali solo sottilmente travestito per la McLaren sponsor, con lui dentro cordata Non essendo legato ad una squadra ha fatto sì che per quasi quattro mesi è stato in grado di indulgere se stesso nella ricerca del piacere e per la prima poche settimane del 1993, dopo il periodo natalizio, ha avuto poche preoccupazioni nel mondo.

Ayrton Senna e Carol Alt: la relazione amorosa


“Mi diceva che Dio sempre con lui... Era bellissimo e positivo il mio Ayrton, con la sua passione sfrenata per la vita, per la guida, per il suo lavoro, e anche per le donne. Viveva di grandi emozioni, aveva la testa dura e ciò che voleva doveva ottenerlo, ma era un uomo giusto, generoso e soprattutto forte, con un fascino incredibile… Anche se l’abbiamo vissuta in clandestinità per me la nostra storia è stata molto seria e importante. Ci siamo incontrati nel 1990 a Milano, entrambi ospiti a una sfilata di Gianni Versace: io ero sposata, anche se il mio matrimonio era in crisi, lui aveva una donna ufficiale. Ma tra noi l'intesa è nata subito, quella sera stessa. E’ durata per quattro anni, nei quali ci siamo rincorsi in ogni angolo del mondo, in mezzo a lunghe telefonate intercontinentali, tra aeroporti, autodromi e posti tranquilli dove stare insieme, lontano dai giornalisti e dai nostri sensi di colpa. Facevamo anche dei progetti e prima o poi saremmo usciti allo scoperto. Poi - la vita a volte è più strana di qualunque fiction - in un giorno successe tutto. Era il primo maggio del 1994, una domenica maledetta. Avevo appena ottenuto la separazione da mio marito e stavo in Florida sul set di un film. Una settimana dopo dovevo essere in Italia per la serata dei ‘Telegatti’ e il premio me lo avrebbe consegnato proprio Ayrton. Suona il telefono e un amico mi dice che c’è stato un gravissimo incidente a Imola, che lui è morto. Il mondo mi è crollato addosso... Come si sopravvive a un dolore così? Mi sono buttata a testa bassa nel lavoro: servizi fotografici, pubblicità, cinema, televisione. Non volevo restare ferma a pensare. Sapevo troppo bene che aver incontrato Ayrton e averlo perso erano le due cose più grandi della mia vita, che non ci sarebbe stato nulla di altrettanto grande, nel bene e nel male. E sapevo anche che non mi sarei mai perdonata per non aver saputo cogliere l’opportunità di vivere pienamente il nostro amore. Così quando ho conosciuto il mio attuale compagno non ho avuto alcuna esitazione: avevo imparato che non avrei più dovuto innamorarmi senza avere il coraggio di buttarmi. Il tempo aiuta, ma una delle cose fantastiche di Alexei è che capisce perfettamente quando ho amato Ayrton e non si turba se ho in giro le sue fotografie…”

Carol Alt, 2012